L' occhiu di Maccalubi e paste di pistacchio


Poco tempo guardando la tv , rimango affascinata da un documentario riguardante dei fenomeni naturali cioè dei vulcanelli di argilla che creano un paesaggio lunare…alla fine comprendo che tutto ciò avviene in un luogo in provincia di Agrigento a solo 1 ora di distanza da casa mia e allora non posso mancare all’ appuntamento e così vado ad Aragona per visitare le “Maccalube”

Dal sito “ aragona on line.it” ho tratto alcune notizie


“Le maccalube di Aragona sono delle suggestive e
caratteristiche sorgenti idroargillose che da molti secoli suscitano la
curiosità e alimentano la fantasia popolare, facendo nascere intorno a sé alcune
credenze e leggende.
Si trovano a circa quattro chilometri da centro urbano
di Aragona, in un piccolo altipiano, formatosi sicuramente nel corso degli anni
per la continua fuoriuscita d’argilla dal sottosuolo. Una strada di campagna,
resa rotabile da qualche anno conduce alla collinetta delle maccalube.
L’altopiano, che prende il nome dai fenomeni eruttivi delle maccalube,
appare come una landa brulla, circolare, estesa per circa un ettaro, ricoperta
da una coltre di marne cineree e crepe più o meno profonde.
Nel suolo qua e
là, senza un ordine preciso, fuoriescono diversi rivoli di fanghiglia argillosa
che, a poco a poco, si depositano intorno formando piccoli coni di fango che si
ingrandiscono lentamente fino a quando la forza eruttiva non riesce più a mandar fuori
il materiale liquido dal sottosuolo e allora il processo eruttivo ricomincia in
un altro punto per poi estinguersi quando arriva al suo culmine. La fanghiglia
che esce dalla sua bocca dei coni e si riversa sulle falde somiglia alla lava di
un vulcano, ma la sua fuoriuscita avviene dolcemente e debolmente. I coni si
formano e svaniscono in continuazione. Durante la manifestazioni eruttive, masse
di terra vengono scagliate violentemente a trenta, quaranta metri di altezza e
una grande quantità di argilla fuoriesce dalle maccalube come se si trattasse
del cratere di un vulcano. La periodicità di questi fenomeni non è costante. Nel
complesso il paesaggio, mutevole tetro e misterioso, conserva un forte fascino.
Le maccalube di Aragona sono in attività da quasi duemila e cinquecento anni…”


"Machaluba”
de
rivante dall’arabo “maqlùb” che
significa rivoltato, ribaltamento o capovolgimento del terreno. Attualmente il
nome Maccalube non è soltanto il toponimo con cui si indica la località, ma
anche il nome delle manifestazioni eruttive di Aragona e non solo di esse, ma
anche di tutte quelle, sparse nei vari continenti, che hanno le stesse proprietà
e caratteristiche. Maccaluba o anche Macaluba e macalupe, sta infatti a
significare una “sorgente idrofangosa caratterizzata dall’emissione di metano e,
in minore quantità, di anidride carbonica”.







































































È ancora viva, nella popolazione aragonese la credenza
che nel luogo ove si trovano le macalube un tempo lontanissimo vi era una città
di nome Cartagine, seppellita in seguito ad un capovolgimento della terra. La
città sommersa di cui si parla nella leggenda è forse quella stessa a cui
alludeva Vitruvio, vissuto nell’età di Augusto, allorché parlava di una “fons
Carthaginis”. La credenza è sicuramente nata dalla presenza nella zona di
qualche insediamento urbano scomparso in seguito ad una eruzione della
collinetta delle maccalube. Cartagine, la città sommersa, era un centro opulento
e operoso dove la vita scorreva tranquilla e serena finché un giorno, durante
una festa religiosa, scoppiò una violenta lite tra due opposte fazioni della
popolazione e si offese una divinità, che adirata fece sprofondare nelle viscere
della terra tutto il paese. Ogni sette anni, sempre secondo la leggenda, a
mezzanotte in punto, al centro della collinetta compare un gallo che si mette a
cantare e improvvisamente riaffiora la piazza con il mercato proprio come era
quando sprofondò nelle viscere della terra. Chi si trova nelle vicinanze e senza
timore riesce ad avventurarsi nel mercato, vedrà tramutato i oro tutto quello
che comprerà e potrà arricchirsi in un batter d’occhio. Non deve, però, farsi
prendere dalla paura e nell’attraversare la piazza non deve mai voltarsi
indietro altrimenti tutto scomparirà improvvisamente come è apparso.












Associo questo luogo al pistacchio perchè molto presente in quel territorio e dopo averne comprato un pò ho preparato delle deliziose paste ai pistacchi

Ingredienti:
pistacchi g. 250
albumi 2
farina 00 1 cucchiaio
zucchero 4 cucchiai
miele 1 cucchiaio
Preparazione:
montare a neve gli albumi con lo zucchero, poi aggiungere la farina e frullare









aggiungere i pistacchi tritati ed infine il miele









mettere il composto nei pirrottini









e infornare per 15/18 minuti a 200°C







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