cannatuni, dolce di Pasqua



I "cannatuna" sono dolci pasquali e sono diffusi in tutta la Sicilia.
Dal sito i colori della Sicilia ho estrapolato parte del testo che parla dell' usanza legata a questo dolce:
" In occasione delle feste pasquali si preparavano, un tempo, le uova sode
colorate di rosso e si inserivano in un cestino fatto di pasta che veniva
decorato con fiorellini, uccellini, foglioline fatte sempre con la stessa pasta.
Era usanza, per i bambini, portarli in chiesa insieme alle pecorelle di
marzapane, a mezzogiorno del sabato santo, giorno in cui anticamente,
risuscitava il Signore. Il prete li benediva e, poi, di corsa a casa perché,
solo dopo “il Resuscito” si poteva mangiare l’ uovo sodo".

Nel sito della "Fondazione Mariano Strano" ho letto che :
"La cuddura cu’ l’ovu rappresenta un prezioso veicolo di rapporti sociali.
In alcuni centri, specie nell’interno dell’isola, “a cuddura” era d’obbligo e
seguiva preziose regole fra parenti, amici e compari.
Il numero delle uova e
quindi la grandezza dimostravano l’affetto o il grado di parentela o anche
l’obbligo che chi donava sentiva verso chi riceveva; al padre veniva riservata “
a cuddura” più grossa, perlomeno con un uovo in più rispetto a quelle degli
altri; insomma, maggiore era il rispetto più alto corrispondeva il numero delle
uova.
Caratteristica era ed è ancora in piccoli centri ”a cuddura “ che la
fidanzata regalava al fidanzato e che conteneva tante uova quanti erano gli anni
di questo, che a sua volta ricambiava regalando un “agneddu” alla sua ragazza.
Desidero concludere con la tipica espressione popolare che per dimostrare
che è proprio fortunato chi di una data cosa ha disposto in tempo utile così si
esprime:
“Cu nnappi nnappi di cassateddi i Pasqua”. "

I cannatuna nascono quando ancora non erano diffuse le uova di cioccolato .
Hanno nomi diversi a seconda della località in cui sono preparati: “campanaru” o “cannatuni” a Trapani, “pupu ccù l’ovu” a Palermo, “cannileri”nel nisseno, “panaredda” ad Agrigento e e Siracusa, “cuddura cull’ovu” a Catania, “palummedda” nella parte sud occidentale dell’isola e diverse forme (panierini, di colombe, di cavallucci, di cuori).
Le uova che si inseriscono generalmente sode, possono essere colorate di rosso, il colore della fertilità.
L’uovo è simbolo di vita e di resurrezione.
Gesù Cristo con la resurrezione, mutò la sua morte in nuova vita.
Ingredienti:
Farina oo g. 500
Farina di grano duro g. 500
strutto g. 300
zucchero gr. 300
latte q. b (io ne ho adoperato circa 120 g.)
ammoniaca g. 1o
6 uova ( da inserire nella colombina)
Per la marmurata o glassa:
albume 1
limone alcune gocce
zucchero a velo g. 150
Preparazione:
impastate le farine con lo strutto,(strofinando lo strutto con la farina tra le mani)
dopo unire lo zucchero , l’ammoniaca e il latte necessario per ottenere un composto omogeneo e consistente.
Avvolgetelo in pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigo per circa 30 minuti.
Nel frattempo bollite le uova che serviranno per decorare le colombine, e lasciateli raffreddare.
Preparare la sagoma di una colomba
Stendete la pasta ottenuta in sfoglie non troppo sottili e ricavatene delle forme di colombe
e ponete su ciascuna di esse un uovo e fissatelo con 2 striscioline di pasta disposte a croce;
poi, infornate a 180° per 20 minuti.
Infine preparate marmurata cioè la glassa sbattendo l’albume e incorporate lo zucchero a velo, facendolo scendere da un setaccino; poi, mescolate energicamente con una frustina per un paio di minuti, fino ad ottenere una crema liscia e densa cui aggiungerete il succo di limone .
A fine cottura, fate intiepidire i biscotti; spennellateli con la glassa (prima utilizzavano una piuma di gallina) e spolverateli con cannella in polvere e diavoline .










Commenti

  1. bellissime queste colombe!! aspetto con ansia le nuove ricette ,un saluto Chiara

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  2. li abbiamo provati ,sono buonissimi. ciao anna

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